ICONA SACRA FAMIGLIA – Rupnik

Della spiegazione iconografica della santa Famiglia di Ivan Rupnik.

 

http://www.famigliacristiana.it/articolo/una-famiglia-modellata-dallalto.aspx

 

Significato PASQUALE

 

EFREM IL SIRO CANTORE DELLA SACRA FAMIGLIA

Dietro l’icona di padre Marko Ivan Rupnik la lettura continuata e approfondita di un Padre della Chiesa orientale vissuto nel IV secolo in Siria.

“Come all’inizio Eva nacque da Adamo senza unione carnale, così è di Giuseppe e Maria, la vergine sua sposa. Eva mise al mondo l’omicida Caino, Maria il Vivificatore. Quella partorì colui che versò il sangue di suo fratello, questa colui il cui sangue fu versato dai suoi fratelli. Quella mise al mondo colui che fuggiva tremante (cf Gen 4,12) a causa della maledizione della terra, questa colui che si addossò la maledizione e la inchiodò sulla croce (cf Col 2,14). La concezione della Vergine ci insegna che chi, senza unione carnale, generò Adamo dalla terra vergine ha pure formato senza unione carnale il secondo Adamo nel seno della Vergine. Il primo Adamo è ritornato nel seno di sua madre [la terra]; invece, per opera del secondo Adamo, che non è ritornato nel seno della terra, colui che era stato sepolto nel seno di sua madre ne fu tirato fuori” (Efrem il Siro, Commento al Diatessaron II, 2).

“Come ti chiamerò, o estraneo a noi divenuto uno di noi?
Ti chiamerò forse figlio,
ti chiamerò fratello, ti chiamerò sposo,
ti chiamerò Signore, tu che hai partorito tua madre
in un altro parto dalle acque?” (Efrem il Siro, Inni sulla Natività 16,9).

“Il Figlio dell’Altissimo venne e dimorò in me,
ed io divenni sua madre. Come io ho dato nascita a Lui
– la sua seconda nascita – così anch’Egli dette nascita a me
una seconda volta. Egli indossò la veste di sua madre
– il suo corpo; io indossai la sua gloria” (Efrem il Siro, Inni sulla Natività 16,11).

“Il Verbo del Padre venne dal suo grembo
e rivestì il corpo in un altro grembo.
Da grembo a grembo egli procedette
E i grembi casti furono ripieni di lui.
Benedetto Colui che prese dimora in noi!” (Efrem il Siro, Inni sulla Risurrezione 1,7).

“La mia bocca non sa come chiamarti
o Figlio del Vivente. Se ardisco chiamarti
figlio di Giuseppe tremo,
perché tu non sei seme suo. Ma di negare il suo nome
ho paura, perché è a lui che sono stata data in sposa.

Sebbene tu sia Figlio dell’Uno, ti chiamerò
figlio di molti perché non sono sufficienti per te
miriadi di nomi: tu sei Figlio di Dio
ma anche figlio dell’uomo, e figlio di Giuseppe,
figlio di David e figlio di Maria.

Chi ha reso colui che non ha lingua
il Signore delle lingue? A causa del tuo concepimento puro
mi calunniano i malvagi. Sii tu, o santo,
il difensore di tua madre. Mostra prodigi
che li persuadano sull’origine del tuo concepimento.

A causa tua mi odiano tutti,
o tu che tutti ami. Eccomi perseguitata
per aver concepito e partorito l’unico rifugio
degli uomini. Si rallegri Adamo
perché tu sei la chiave del paradiso.
Ecco che freme il mare contro tua madre,
come contro Giona. Ecco che Erode,
come un flutto furioso, vuole affogare
il Signore dei mari. Dove devo fuggire?
Insegnamelo tu, o maestro della madre tua.

Fuggirò con te per ottenere la vita,
per mezzo tuo, in ogni luogo. Con te la fossa non è più una fossa,
perché in te si sale
al cielo. Con te il sepolcro non è più un sepolcro,
perché tu sei anche la
risurrezione” (Efrem il Siro, Inni sulla natività 6,1-6).

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